Quanta forza germoglia dalla malinconia?
Con il brano Lacrima mancante, il cantautore Silvio Merlin ci porta ad affrontare quel vuoto che portiamo appresso quando affiorano i ricordi della nostra infanzia.
La sua storia parte dall’abbandono, dalla sua rinascita avvenuta dopo aver incontrato i genitori adottivi. Anni trascorsi ad accumulare forza, a vivere dimenticando ciò che poteva essere, finché i ricordi, quei ricordi che a volte non credi neppure siano tuoi, affiorano, danno il la a nostalgie sconosciute.
“Perché tu senza pensarci vieni su”, in un profumo, un bacio non dato, nella carezza immaginaria della madre che non hai conosciuto, “e all’improvviso, nessuna foto, nessun sorriso…”
Lacrima mancante è la storia della forza che affiora in ognuno di noi nonostante le avversità, è il grido di un passato che poteva essere: quanto pesano ricordi non vissuti?
La musica e le parole di Silvio Merlin esprimono la mancanza, la ricerca del profumo che rimanda alla persona amata, dimostrandoci quanta forza risiede nella volontà di crescere, di combattere, dimostrare alla vita che ogni istante e ogni ricordo vale la pena di essere vissuto.
Il video, realizzato presso la Palazzina di Caccia Stupinigi, reinventa col caratteristico tocco poetico del cantautore l’impossibile dialogo tra lui e la madre naturale, e durante l’ascolto ci ritroviamo immersi nei nostri ricordi più intimi, sospinti dalle note fino a sentire l’ultimo accordo, suonato in modo volutamente incompleto: un finale sospeso, in attesa di quella lacrima mancante che, chissà, attende ognuno di noi al di là dell’orizzonte.
Il brano Lacrima Mancante, scritto e interpretato da Silvio Merlin, vede la partecipazione al violino di Elisabetta Bosio con la parte scritta dal Maestro Paolo Gambino. Il brano è già disponibile in tutte le piattaforme digitali.
Il video, visibile presso il canale “SilvioMerlinVEVO”, è stato realizzato dai ragazzi di Prisma Films, con la concessione della casa discografica RuZa Production di Maria Teresa Ruta e Roberto Zapp.
Foto licenziate di: Raffaele Sorbi